1. Home
  2.  | 
  3. Album
  4.  | Fabio Comelli

Fabio Comelli

Via Taipana, 21 - Torlano di Nimis (UD)

Un’officina delle meraviglie: è quella di Fabio Comelli, figlio d’arte, che dopo aver frequentato la Scuola d’Arte e Mestieri del gioiello a Vicenza e approfondito con corsi di specializzazione i segreti del metallo, ha deciso di tornare nella sua città di origine e riaprire il laboratorio del padre Ivano, noto per le sue abilità di forgiatore. «Mio padre nel 1982 aveva trasformato il vecchio mestiere di calderaio con genialità, realizzando arredamenti. Non più solo pentole e cappe da cucina, ma anche mobili da interno e da esterno,» racconta Fabio. «Aveva seguito la scuola di sbalzo, cesello e doratura a Venezia e si adoperò molto per restaurare le chiese e i campanili danneggiati in seguito al terremoto del Friuli. Io, dopo un periodo trascorso alla Scuola del gioiello di Vicenza, ho deciso di unire le conoscenze apprese nel mondo dell’oreficeria con il mestiere di fabbro. In bottega ho una quantità di strumenti manuali, alcuni appartenuti a mio nonno: circa 300 martelli di diverso peso e dimensioni, ognuno con i ceselli per plasmare il rame e l’ottone, e poi presse, taglierine, piegatrici. Ho ancora il vecchio maglio in fucina.»

Fabio Comelli è anche noto per l’abilità nello sbalzo, cioè l’incisione a rilievo di una sottile lamina metallica di figure, forme, motivi decorativi, ottenuta premendo le superfici con strumenti a punta viva o arrotondata. «Realizzo su ordinazione tavoli, vasi e lampade, insegne, complementi per le navi, lavorando il ferro, il rame, l’ottone, l’acciaio. Una delle opere che ricordo con maggiore soddisfazione è la statua realizzata nel 2018 per la Moto Guzzi a Mandello del Lario: una moto rivisitata in acciaio inossidabile, molto impegnativa per la difficoltà nel plasmare questo materiale.»

Ma Fabio Comelli è anche famoso per il restauro. «Ho restaurato l’Angelo del Castello di Udine, una statua segnavento di 5 metri datata 1777, in rame con il telaio portante in ferro. Abbiamo dovuto sostituire le parti interne danneggiate ricostruendole in acciaio. E poi rivestire la superficie con la doratura in foglia d’oro come era in origine. È stato un lavoro impegnativo e appassionante, anche emotivamente, perché lavoravo a 40 metri di altezza su un’impalcatura creata ad hoc,» confessa lo straordinario maestro artigiano che, per la competenza e l’abilità, viene spesso chiamato dalle Soprintendenze per gli interventi più delicati di ripristino.

Fabio-Comelli

CONDIVIDI