Un mestiere da grandi

di Anna Carmen Lo Calzo

fotografie di Dario Garofalo

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 28 aprile - 2024

«Ho iniziato a giocare con la tessitura quando ero bambina. Assistevo alla magia delle matasse che si trasformavano in stoffe pregiate, coltivavo il desiderio di misurarmi in un mestiere “da grandi”. La tessitura è un’attività impossibile per una bimba, ma sono cresciuta in mezzo alle sete, agli shantung, ai rasi, ai voile, ai macramè, in un religioso silenzio alternato a piccole mansioni che, in modo naturale, mi hanno condotta al mestiere, alla scoperta dell’essenza delle mie radici. Non ho mai desiderato fare altro nella mia vita.»

 

La curiosità è “femmina” e ha saputo trasformare una bambina laboriosa in un’abile imprenditrice. A Lorsica, nella storica casa-bottega di famiglia, tra telai meccanici e tecniche antiche, Stefania De Martini realizza damaschi e tessuti pregiati inimitabili.

 

Le parole di Stefania De Martini, ultima discendente di una famiglia di tessitori che si tramandano l’attività da più di cinque secoli, non lasciano spazio ad alcuna interpretazione. La sua maestria è nata dall’attrazione fatale nei confronti della storica attività di famiglia che, dal lontano 1500, si dedica alla produzione di stoffe pregiate. Damaschi, lampassi, broccati, tessuti per macramè, cachemire, sono da sempre il fiore all’occhiello della produzione di altissima qualità della Tessitura De Martini.

 

Delicato intervento di rammendatura di un filo danneggiatosi accidentalmente durante la lavorazione. Qui, Stefania De Martini lavora allo storico telaio meccanico del damasco realizzato da suo padre negli anni Cinquanta del Novecento.

 

La storia ha inizio nel XVI secolo a Lorsica, un paesino di poche anime, arroccato nell’entroterra ligure, in provincia di Genova. Ai tempi delle Repubbliche Marinare, grazie agli intensi scambi commerciali con l’Oriente, Genova divenne grande esportatrice di tessuti pregiati in tutto il mondo. Le famiglie di Lorsica si specializzarono nella produzione del damasco, tessuto di grande pregio per luminosità, perfezione dei disegni, solidità e compattezza, dovuta a un elevato numero di fili di ordito. A quel tempo quasi ogni famiglia possedeva un telaio, spesso dedicandosi anche alla coltivazione di bachi da seta.
La famiglia De Martini, grazie alla capacità di interpretare in modo straordinario il gusto e le esigenze delle grandi casate nobiliari, del clero, delle corti europee, si guadagnò presto il primato di produttore di stoffe pregiate per arredi e corredi, abiti clericali, ornamenti, paramenti, tappezzerie di ineguagliabile manifattura. I discendenti della famiglia hanno continuato a tramandarsi l’abilità e oggi la Manifattura “Figli di De Martini Giuseppe” rimane l’unica realtà produttrice di tessuti pregiati nella regione e una delle più importanti in Italia. Con i suoi antichi telai a navetta e oltre 300 disegni esclusivi come il disegno della palma, della rosa, del prezzemolo, l’ape napoleonica, il rigato stile Luigi XVI, i nodi d’amore, la Tessitura realizza stoffe che i telai industriali non riescono a imitare.

Il laboratorio è un luogo all’insegna della manualità, non c’è nulla di digitale. Osservare il processo della preparazione dei filati e della tessitura, oltre a essere ipnotizzante, mette quasi in soggezione per la minuziosità di ogni gesto. Il ritmo sonoro, scandito dal battere del pettine, dal tintinnio dei licci, dal passaggio della spola, genera l’impressione di una forza misteriosa che muove tutto in un’armonia alchemica tra i fili e il tessitore. Il tessuto compare alla fine come un miracolo, il damasco in seta si “avvera” e evoca scene di vita di palazzi rinascimentali, chiese, case aristocratiche, luoghi nei quali si sono consumati gli eventi salienti della nostra storia.
Il racconto di Stefania diventa poetico quando narra di papà Nicola che, insieme al fratello, negli anni Cinquanta, costruì un telaio meccanico progettato completamente da lui. «Il telaio costruito da mio padre fu la svolta della nostra vita. Alla fine del conflitto mondiale, dopo un crollo della produzione, spinto dalla voglia di recuperare, dall’esigenza di velocizzare il lavoro e di renderlo meno faticoso, papà Nicola realizzò un telaio a navetta unico al mondo. Il telaio venne brevettato in Germania, assemblato a Riva Trigoso, ed è ancora oggi in grado di riprodurre stoffe identiche a quelle realizzate a mano nei secoli passati. La manutenzione la facciamo noi, in laboratorio. Da noi è tutto meccanico, abbiamo solo un telaio elettronico che usiamo per velocizzare la produzione del cachemire commissionato dalle aziende di moda.»

Telaio del lampasso risalente al 1912: su questo telaio si può operare con la possibilità di inserimenti e fino a quattro trame di colore diverso.

 

Stefania, che oggi conduce l’attività avvalendosi del prezioso aiuto del marito Alessandro e della figlia Rebecca, ha saputo creare un nucleo operoso capace di proteggere un mestiere raro proiettandolo nel futuro. Tutto è affidato alla sapiente regia e alla gestualità dei tre membri della famiglia, completamente interscambiabili tra loro in ogni mansione. «Mio marito Alessandro ha iniziato occupandosi di un progetto sul cachemire ed è diventato un eccellente tessitore. Mia figlia Rebecca, alla fine degli studi superiori, si è proposta spontaneamente, dopo aver seguito lo stesso mio percorso di bambina curiosa. Abbiamo bisogno di lei anche per la parte promozionale e per la comunicazione digitale. A tal proposito, quello che mi manca oggi è il cliente in presenza. Riceviamo richieste via mail, cosa che penalizza un passaggio importante come il lato umano, la scelta condivisa di un filato, di una nuance, di un disegno. Una foto a distanza non rappresenta mai il surrogato efficace di un incontro.»

Stefania De Martini visita musei e palazzi, osserva, ricerca, ricrea stoffe e disegni antichi, ne realizza di nuovi. Lavora con clienti privati, enti pubblici, mondo ecclesiastico, palazzi storici. «Sono fiera di essere stata scelta per restauri prestigiosi come quello dei rivestimenti di Palazzo Madama a Torino, che ho realizzato da sola, e quello di Palazzo Doria Pamphili a Roma. È stato altrettanto gratificante riprodurre il damasco originale del XVII secolo nella Chiesa di Lorsica. Il nostro lavoro ci porta sempre a contatto con il mondo esterno, anche grazie al nostro Museo del damasco, nato per testimoniare i secoli della nostra attività di tessitori e il valore delle nostre maestranze.»

 

Lo storico scaffale di famiglia risalente ai primi del Novecento, utilizzato ancora oggi dai De Martini come mobile di esposizione e vendita dei damaschi.

 

Stefania ha un progetto per questo 2024: allestire il laboratorio per offrire ai visitatori l’opportunità di un’esperienza in Tessitura. L’abilità, la manualità, gli strumenti di lavoro, la storia di una famiglia a testimonianza di un pezzo di storia dell’umanità. Siamo di fronte a un esempio d’eccellenza che dimostra come il filo conduttore della storia umana possa intrecciarsi con quello della vita di una famiglia che da secoli si dedica a una attività ancestrale di origini antichissime, considerando il mestiere della tessitura un racconto, una metafora.

I fili che si trasformano in stoffe, il magico e sofisticato intreccio tra trama e ordito, la perfezione dei dettagli, custodiscono messaggi primordiali. La tessitura come attestato di ingegno, creatività, operosità racchiude in sé doti umane delle quali essere gelosamente orgogliosi.

Anna Carmen Lo Calzo

Anna Carmen Lo Calzo

Ex modella internazionale, musa ispiratrice di stilisti come Gianfranco Ferrè e Giorgio Armani, archiviate le sfilate e i servizi fotografici, ha trasformato in professione la passione per il mondo del lusso e del made in Italy. Giornalista pubblicista dal 2003, è scrittrice e consulente di comunicazione.

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