Alla ricerca del suono perduto

di Giuditta Comerci

fotografie di Dario Garofalo per Italia su Misura – GruppoEditoriale

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 27 settembre - 2023

Riservato, schematico, introverso: Andrea Restelli si mostra con una parsimonia e una discrezione che appartengono a molti Maestri d’arte. Non sappiamo se sia peculiarità del lavoro o soltanto del suo carattere, ma ci piace immaginare che in quel silenzioso riserbo l’artigiano milanese riporti tutta la concentrazione e l’attenzione che rendono i suoi strumenti straordinari: i clavicembali soprattutto, ma anche clavicordi e fortepiani.

La passione per la musica, fiorita in giovanissima età, si è trasformata in una passione per la costruzione degli strumenti. L’organo era lo strumento prediletto, tanto da essere la prima costruzione di Andrea alla Civica Scuola di Liuteria di Milano, verso cui ha virato dalla facoltà di architettura il giorno in cui la Scuola venne aperta in via Pastrengo: proprio davanti alla casa materna, ancora oggi sede del suo laboratorio (mentre la Scuola è ora in via Noto).

 

La grande curiosità, la paziente cura del dettaglio e la sete di conoscenza caratterizzano Andrea Restelli, raffinato Maestro liutaio che, insieme alla moglie, si dedica alla replica, al restauro e alla decorazione di strumenti musicali storici.

 

 

Con il diploma (1985), che comprendeva corsi di liuteria, di conservazione e restauro, la passione di Andrea si struttura. Accede a un livello di formazione accademica, rivela una eccezionale abilità di costruttore, alimenta un’infinita curiosità verso i modelli storici, di cui analizza misure, materiali, decorazioni, e di cui replica la meraviglia: con la moglie Lucilla, incontrata a scuola e dedita alla finitura e alla decorazione degli strumenti, viaggiano per l’Europa in moto, in camper, per musei e case private, facendo rilievi su strumenti storici, disegni in scala 1:1, ricerche, approfondimenti. Per vedere gli strumenti antichi, per arricchire di conoscenza l’esperienza di restauro, per conoscerli a fondo: perché ancora oggi le tecniche costruttive sono invariate, le colle sono tradizionali, i materiali identici a quelli originali.

Solo alcuni strumenti sono differenti, per le sgrossature e i tagli del legno o dell’osso – usato per le placchette che ricoprono i tasti – mentre la costruzione, il dettaglio e la decorazione rimangono quelli: finissimi, quasi chirurgici. Clavicembali e fortepiani sono copie fedeli di strumenti storici. La scelta del materiale è accuratissima: abete della Val di Fiemme per le tavole armoniche; il noce italiano per la cassa di molti strumenti Restelli, «il più pregiato e bello, senza confronti», e diversi altri in base al modello storico. I più teneri e leggeri, esteticamente meno belli, venivano decorati: laccati, come per la scuola di costruzione francese: «i clavicembali sono strumenti di dimensioni importanti, quindi da sempre hanno seguito, anche del punto di vista estetico, l’andamento di decorazione degli interni, dei mobili, in quanto elementi importanti nella casa, corte o reggia che fosse. Da Luigi XIII ai fortepiani del periodo napoleonico si sono perciò prestati a differenti tecniche di lavorazione e materiali».

 

 

Lucilla Trivelloni, già formatasi alla scuola di restauro fiorentina prima di quella liutaria milanese, nel laboratorio Restelli si dedica alla lucidatura del noce o di legni pregiati, alla laccatura, alle dorature, alle decorazioni in tempera idrosolubile delle tavole armoniche, palesando la meraviglia dello strumento già nel mobile. Ma è lei stessa aiuto importante nel processo di costruzione: «la colla viene utilizzata inevitabilmente a caldo: quando l’incollaggio è ampio, su dimensioni da cinquanta morsetti, occorre essere molto veloci perché una volta raffreddata diventa durissima, sebbene reversibile». Questa proprietà è ciò che consente propriamente il restauro, insieme alla fedeltà al materiale: «se possiamo aprirli, scollarli, è perché la colla è la stessa da trecento anni».

 

 

In quasi quarant’anni di attività, Andrea Restelli ha costruito circa novanta strumenti a tastiera, tra cui un organo positivo, dieci fortepiani copie da Graf, Fritz, Silbermann e Dulcken, una sessantina di cembali a due tastiere copie da vari modelli francesi, tedeschi e fiamminghi, strumenti a una tastiera copia di modelli italiani e cinque clavicordi. Ha inoltre restaurato alcuni fortepiani, tra i quali un importante Johann Fritz datato 1814 circa, e primo in Italia e tra i pochi al mondo ad aver costruito fortepiani copie da Conrad Graf.

 

 

L’eccellenza del lavoro è stata dunque la conseguenza di plurimi fattori: il talento, la ricerca spasmodica della precisione, della perfezione, lo studio e la ricerca continui, la fedeltà a un metodo e ai tempi inesorabili di un lavoro paziente hanno fatto di Andrea Restelli un virtuoso della meccanica, delle tastiere, rendendo lunga la lista d’attesa del laboratorio – una lista che comprende altri virtuosi, come i più importanti musicisti legati al mondo della musica antica. La committenza internazionale degli strumenti Restelli, privata e istituzionale, tra musicisti, musei e conservatori, potrebbe da sola dire il grande apprezzamento per la costruzione e il suono eccellente che ne consegue: un suono frutto del virtuosistico lavoro di Andrea, delle sue capacità di analisi e realizzazione, nonché dell’affinamento costante di tecniche, materiali e conoscenza.

 

Giuditta Comerci

Giuditta Comerci

Ricercatrice e curatrice di eventi culturali, è direttore artistico dell’Associazione Noema per lo studio e la promozione della cultura musicale. È cultore della materia Mestieri d’arte e bellezza italiana al Politecnico di Milano dal 2015 e coautrice de Il valore del mestiere (Marsilio, 2014).

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