Il Niccolò Paganini del vetro

di Jean Blanchaert

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 27 settembre - 2023

Ogni volta che un direttore d’orchestra si accinge a eseguire le musiche di un compositore, inserisce nella “memoria del suo computer”, per usare un linguaggio contemporaneo, il file concernente il musicista che sta per interpretare. Deve tener conto non soltanto delle note, ma anche delle annotazioni presenti nello spartito: Andante con moto, Cantabile, Allegro, Adagio, Scherzo.

L’intenzione diventa capolavoro, la capacità d’interpretazione raggiunge l’apice del virtuosismo. Andrea Zillo è l’eccelso Maestro vetraio che dirige l’“orchestra” della creatività, trasformando un’idea in un’esecuzione magistrale.

Più il direttore sarà grande, più le note invaderanno l’orchestra e il pubblico, facendoci rivivere le intenzioni del compositore. Riccardo Muti è capace di portarci Verdi in sala, Daniel Barenboim ci fa entrare persino nei romantici leitmotiv di Carl Maria von Weber, Kirill Petrenko ci travolge con Čajkovskij e Marin Alsop ci elettrizza con Prokof’ev.

Il mondo del vetro è più piccolo di quello della musica, ma non è meno affascinante. Nulla è più simile alla creazione di un insigne lavoro in vetreria e anche qui si ripete la magica collaborazione fra artista ed esecutore. L’artista, il designer, si presenta al maestro vetraio con qualche schizzo, qualche idea e molti pensieri inespressi. La straordinaria capacità tecnica e il virtuosismo del maestro renderanno possibile la traduzione di quei segni, di quei pensieri, in vetro soffiato. Anche nel vetro, dunque, si creano abbinamenti memorabili dovuti sì, all’abilità dell’artista, ma anche moltissimo alla capacità dell’esecutore che entra in sintonia telepatica con chi ha di fronte. Spesso il risultato finale lascia a bocca aperta lo stesso ideatore dell’opera che vede il suo pensiero realizzarsi, dapprima in forma liquida, per poi divenire scultura solida piena di luce.

Andrea Zilio, considerato oggi uno dei primi Maestri al mondo nella soffiatura del vetro non figurativo, a mano volante, inizia la sua carriera di artigiano dal legno, più precisamente dal restauro di mobili antichi, anche in ambito museale. Il passaggio dallo scalpello per legno alla canna da supiar, in fornace, non è stato traumatico perché Andrea Zilio ha le mani d’oro. Comunque, il profumo del legno, il suo primo amore, lo accompagna ancor’oggi.

La grande passione per il vetro lo porta in breve tempo a ottenere la qualifica di primo Maestro nella Vetreria Anfora, sotto la guida dei Maestri Giulio Ferro e Luigi Busatto. Fine esperto delle lavorazioni più complesse, quali reticello, incalmo, zanfirico e sommerso, che padroneggia alla perfezione, il Maestro Zilio guarda al futuro lavorando come mille anni fa e realizzando anche suoi personali progetti, in una prospettiva di ricerca in continua evoluzione. Zilio è fra i pochi Maestri muranesi ancor’oggi capaci di realizzare magnifici “tipetti”, calici in stile veneziano cinquecentesco
di incredibile virtuosismo. È il Niccolò Paganini del vetro.
Negli anni Ottanta, Renzo Ferro, proprietario della fornace Anfora, la conduce dalla produzione di bicchieri e lampadari a una proficua collaborazione con artisti e designer di tutto il mondo che ancora oggi fanno la coda per poter lavorare con Andrea Zilio, coadiuvato da Andrea Ferro e da Marco De Gregori.

Quello che si diceva per i grandi direttori d’orchestra, vale anche per i grandi Maestri vetrai: Andrea Zilio pensa e dirige in francese quando lavora con Emmanuel Babled, in giapponese, quando crea con Ritsue Mishima, in olandese quando collabora con Melvin Anderson, in italiano con Domitilla Harding, Tristano di Robilant e Ivan Baj e in veneziano quando interpreta gli spartiti di Massimo Micheluzzi, di Michele Burato, di Maria Grazia Rosin, di Michela Cattai, di Marina e Susanna Sent e di Silvano Rubino.
La sua versatilità e la sua capacità di concentrazione gli consentono di creare con l’autore, senza troppe parole, quell’empatia in mancanza della quale non si va da nessuna parte. È stato proprio per non perdere la concentrazione che ha rifiutato le offerte molto allettanti di vetrerie cinesi.

In un certo senso, si sarebbe sentito un traditore.
Gabriella Belli, direttrice dal 2011, per un decennio, dei
Musei Civici di Venezia, ha giustamente rilevato che non si può neanche lontanamente immaginare quanti capolavori vengano realizzati ogni giorno nelle vetrerie muranesi. Dopo essere state soffiate e molate, spesso queste opere sono impacchettate e spedite nei cinque continenti senza neppure essere fotografate. All’Anfora, centro mondiale di creazione vetraria, succede così.

Uno dei primi a capire la grandezza di Zilio fu Pasquale Leccese, che nel 2005, quando era direttore di MiArt (Fiera Internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano), affascinato dai capolavori che il Maestro aveva creato con il compianto Yoichi Ohira, gli assegnò il Premio Eccellenza Artigiana. Già vent’anni fa, Andrea Zilio era uno dei grandi protagonisti del mondo CCM (Contemporary Craft Masterpieces). E continua ad esserlo, incantandoci.

Jean Blanchaert

Jean Blanchaert

Gallerista, curatore, critico d’arte e calligrafo, da più di trent’anni conduce la galleria di famiglia fondata dalla madre Silvia nel 1957 e da sempre specializzata i n materiali contemporanei. Dal 2008 è collaboratore fisso del mensile Art e Dossier (Giunti Editore). Nel 2018 è stato curatore della sala Best of Europe di “Homo Faber”, alla Fondazione Cini, a Venezia.

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