Ogni libro che nasce nella casa editrice Tallone è una dichiarazione d’amore verso il mestiere artigiano. Dalla scelta del carattere all’impaginazione, dalla qualità della carta alla tonalità di nero dell’inchiostro, ciascun elemento è sapientemente calibrato per armonizzare forma e contenuto. I titoli pubblicati, infatti, riflettono una scelta editoriale che mira a valorizzare il testo attraverso un’estetica rigorosa e senza fronzoli, in continuità con una tradizione culturale umanistica che vede la bellezza come veicolo di cultura e di valore.
La casa editrice Tallone è un faro dell’editoria artigianale, dove il libro diventa un’opera d’arte. Fondata da Alberto Tallone nel 1938, prosegue oggi sotto la guida di Enrico Tallone, che ne custodisce lo spirito originale: unire estetica e contenuto, creando volumi unici e senza tempo.
Racconta Enrico Tallone – da oltre 50 anni custode e apostolo dell’eredità spirituale del padre Alberto – che il nonno Cesare, affermato ritrattista e titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Brera, raccomandava ai suoi figli di non accontentarsi di un lavoro noioso, per quanto redditizio, ma di dedicarsi ad attività creative in grado di arricchire il mondo e sé stessi. Seguendo questo consiglio e incoraggiato dall’amica Sibilla Aleramo, nel 1931 Alberto Tallone si trasferisce a Parigi da Milano per apprendere l’arte tipografica presso Maurice Darantiere, noto per aver stampato la primissima edizione dell’Ulisse di James Joyce. Dal grande Maestro Alberto non solo impara il mestiere, ma assimila la visione del libro come sintesi tra spirito e materia. Qualche anno dopo, rilevando l’attrezzatura e gli arredi originali della stamperia di Darantiere, molti dei quali risalenti al Settecento, fonda la propria casa editrice con tipografia annessa, che trasferisce ad Alpignano nel 1959, all’interno di una storica tenuta di famiglia.
Dopo la morte di Alberto, avvenuta nel 1968, il giovane Enrico ne raccoglie l’eredità morale e professionale. Impara le tecniche dagli operai specializzati francesi che hanno lavorato con il padre prima a Parigi e poi ad Alpignano. Coltiva la conoscenza e la passione per il mestiere anche grazie alla madre Bianca, figura di riferimento in quella cruciale fase di transizione. Anche l’entourage di letterati, poeti e filologi che ruota attorno alla tipografia gioca un ruolo fondamentale nell’arricchire la formazione culturale di Enrico, influenzando profondamente la sua visione e il suo approccio al mestiere. Tra le oltre 700 edizioni – tutte in tirature limitate realizzate interamente a mano – pubblicate dalla famiglia Tallone nel corso della sua lunga storia spicca Il Cantico dei Cantici, l’antico poema biblico tradizionalmente attribuito a Re Salomone che celebra l’amore attraverso l’appassionato dialogo in versi tra una giovane donna e il suo amato. Un’opera che nel corso dei secoli ha suscitato molte interpretazioni, sia come celebrazione dell’amore umano sia come parabola spirituale sull’amore tra il Creatore e le sue creature, e che risuona con la filosofia della casa editrice, le cui produzioni esprimono un’inestinguibile passione per la conoscenza, per l’arte e per l’umanità stessa.
Il Cantico dei Cantici è pubblicato da Tallone in collaborazione con il poeta e scrittore Guido Ceronetti, fine conoscitore della lingua ebraica. Per la prima edizione, nel 1981, Ceronetti traduce il testo ex novo, restituendo all’opera tutta la sua potenza lirica, mentre l’impaginazione e i caratteri sobri e raffinati esaltano la sacralità e l’intimità delle parole. Nel 1987, la seconda edizione propone la traduzione del 1981 in un nuovo formato e nuovi caratteri, a cui segue la terza riedizione, nel 1996. Un approccio tipico della filosofia editoriale di Tallone, dove ogni edizione è un’opera a sé, con scelte estetiche che dialogano con il testo per offrire un’esperienza sempre unica. A trent’anni dalla prima edizione, nel 2011 Enrico Tallone pubblica una quarta edizione, definitiva, integralmente rivista da Ceronetti, il quale scrive anche una nuova prefazione che aggiunge profondità ai testi e nuove riflessioni.
«So che mio padre sperava che portassi avanti il suo lavoro, ed è stato il mio impegno mantenere viva la sua visione», racconta Enrico con orgoglio. Lo stesso spirito di dedizione e amore per il mestiere anima anche i suoi tre figli, che con ruoli e attitudini diverse contribuiscono attivamente all’impresa familiare. Ed è proprio guardando a loro che Enrico sente che il sogno di suo padre non solo continua a vivere, ma trova nuova forza e significato.