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La melodia dell’amore

Testo di Franco Cologni

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 30 aprile - 2025

Parlare d’amore è un’usanza antica come il mondo. Eppure, ogni volta che ci interroghiamo sull’amore – sui sentimenti che nascono nel nostro cuore, e ai quali spesso non siamo nemmeno in grado di dare un nome – ecco che le parole sembrano spesso inadeguate, imprecise, lontane dalla realtà. Per questo ciascuno canta la propria canzone d’amore, a modo suo: un canto spesso arcano o misterioso, che si nutre di sensazioni, sguardi e parole che solo per noi acquistano un significato davvero “universale”.

L’amore è una canzone unica, intonata con
la voce delle emozioni, dei gesti e dei materiali che trasformano il quotidiano in arte. Gli artigiani ci insegnano che amare significa accettare i difetti, affrontarli con coraggio e migliorare, costruendo la perfezione un passo alla volta. È nel loro lavoro che scopriamo il vero significato dell’amore: l’impegno a dare valore a ciò che facciamo, con autenticità e onestà.

Ovvero, un significato che va oltre la loro natura per trasformarli in un’energia straordinaria, la più dirompente che esista: quella che permette di creare, di dare vita, di trasformare. La canzone che i maestri artigiani intonano ogni giorno nei loro atelier, nelle botteghe e nelle imprese è quella che racconta del loro amore per la bellezza, per la perfezione, per i materiali che il loro talento sublima in forme sempre nuove. È una canzone che risuona in luoghi speciali, dove lo spirito del savoir-faire si incarna attraverso la competenza, la pratica e la trasmissione. È la celebrazione di un modo di vivere più intenso, in cui la felicità del fare si traduce in un amore appassionato per l’impegno di una vita intera. E come gli artigiani insegnano, l’amore non è mai scevro da una certa dose di realismo e di critica.

Amare una persona o un luogo non significa chiudere gli occhi sui loro difetti e far finta che siano l’emblema della perfezione: questo non è amore, ma al massimo un’infatuazione piuttosto immatura. Amare significa rendersi conto che vi siano dei difetti, ma comprendere anche che insieme si può fare qualcosa per risolverli: o addirittura accettare che esistano, così come esistono anche i nostri, ma decidere ugualmente che vale la pena dare un seguito ai nostri sentimenti, perché la perfezione si raggiunge giorno per giorno, con un’azione di reciproco sostegno e di miglioramento.
Ugualmente, i maestri ci invitano a ricercare il difetto nei prodotti banali che a volte ci circondano, per sottolineare quanto sia diverso, e certamente migliore, un oggetto realizzato artigianalmente con cura e talento. Ci spronano a non farci andare sempre bene ogni scelta e ogni esito, perché alla perfezione si giunge attraverso le prove continue.

Con il loro lavoro ci insegnano che amare significa anche avere il coraggio di porsi di fronte ai propri difetti e cercare di guardare ad essi con realismo: non con lo sguardo clinico e cinico di chi cerca colpe o di chi insegue fantasmi del passato, ma con il sano approccio di realismo e onestà del vero Maestro. Ovvero: di chi ama ciò che fa, e intorno a questo amore costruisce il senso della propria vita.

Franco Cologni

Franco Cologni

Franco Cologni è presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università Cattolica di Milano, imprenditore, giornalista e scrittore. Per quarant’anni ha collaborato presso Cartier fino a diventarne Presidente Mondo. Nel 2016, insieme a Johann Rupert, Chairman della Compagnie Financière Richemont SA, ha dato vita alla Michelangelo Foundation for Creativity and Crafstmanship. È inoltre fondatore e Presidente del Comitato Culturale della Fondation de la Haute Horlogerie di Ginevra e ha creato, a Milano, la Creative Academy, scuola internazionale di Design e Creative Management del Gruppo Richemont.

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