Jessica Ciaffarini è una giovane Maestra artigiana che riesce a dare vita a meravigliosi bouquet senza recidere nessun fiore: rose, camelie, peonie, lilium, foglie verdi sembrano appena colti talmente sono pieni di sfumature di colore e di petali impalpabili. Invece sono tutti realizzati a mano da lei, uno per uno, nel suo laboratorio vicino a Latina, dipinti con pigmenti di origine vegetale, plasmati nelle molteplici forme che la natura ci regala. Una vera gioia per gli occhi.
Jessica Ciaffarini crea composizioni e fiori unici che non recidono la natura: nel suo laboratorio vicino Latina realizza composizioni personalizzate per spose e progetti di moda in carta e seta, portando creatività e sostenibilità al centro della scena.
Ecco come è nata la sua attività: «Fin da bambina volevo diventare artista: adoravo disegnare» confida, seduta al suo tavolo di lavoro nel luminoso atelier di Giulianello, antico borgo laziale al confine con i Castelli romani. «Ma la vita mi ha fatto fare un percorso molto contorto prima di farmi trovare la strada giusta e la mia vera passione. Dopo il diploma in design industriale con specializzazione in oreficeria, ho frequentato l’accademia di Belle Arti e la scuola di fotografia. Ma temevo di non avere talento così ho cercato degli impieghi che però non andavano mai bene per me. Ero molto frustrata e cambiavo continuamente posto di lavoro. Un giorno ho deciso di ascoltarmi e di seguire il mio Ki: ho cominciato a seguire dei corsi sull’antica tecnica giapponese Somebana e a impratichirmi nel “Fommy modellabile”, la plastilina leggerissima e facile da modellare. Così a poco a poco mi sono riavvicinata alla mia parte creativa e artistica e ho iniziato a dare vita ai miei fiori».
Era il 2015: una scelta felice perché le sue creazioni oggi sono apprezzate da privati e da stilisti dell’Alta Moda che a lei si rivolgono per impreziosire abiti e collezioni. Puntualizza Jessica: «Il mio atelier non realizza solo fiori per abbellire abiti e cappelli, come era di moda dall’Ottocento fino agli anni Sessanta, ma anche i bouquet per le spose. Li confeziono su misura». Sul banco di lavoro tanti attrezzi, matite, righelli, taglierine, colla, forbici, campioni di tessuto, ciotole con pigmenti. «Prima di creare un bouquet, cerco di capire la personalità della sposa, non solo i suoi gusti ma anche le relazioni familiari e gli affetti. Spesso un fiore è legato al ricordo di una persona cara che non c’è più e che si vorrebbe avere vicino in un momento tanto importante. Così quel fiore particolare entra a far parte della composizione, con tutta la sua valenza affettiva. Io dico sempre alle mie spose: il bouquet è come un cappello, se non calza a pennello non lo indossi». Ricorda: «Una volta una sposa mi ha raccontato che era molto legata ai nonni con i quali era cresciuta e che purtroppo non c’erano più. Il loro fiore preferito era la mimosa. È stata un’impresa riprodurla, ma alla fine nel bouquet sono riuscita a inserirla: era importante per lei».
Per le sue creazioni l’abile artigiana utilizza per lo più stoffe pregiate provenienti da atelier dell’Alta Moda, oppure recuperate da aziende che lavorano con l’impegno di non impattare troppo sul nostro ambiente. Spesso si serve anche di scarti di tessuti che ritaglia e fa rivivere sotto altre forme, sagomando pezzo per pezzo fino a ottenere il petalo di un fiore. «La mia ricerca del materiale spazia in tutti i campi: per esempio dai fili elettrici mi è capitato di estrarre i fili di rame per creare la struttura delle foglie», confida Jessica, la cui creatività l’aiuta a scovare materie utili per il suo lavoro anche nei campi più impensati. «Devo confessare che ho troppo rispetto e amore per la natura per tagliare dei fiori che sarebbero destinati a morire dopo poche ore. È quello che mi ha spinto a dedicarmi alla mia attività». La filosofia di Unusual Bouquet è anche quella di portare nei matrimoni una sensibilizzazione verso l’ambiente, unita all’arte. E dare la possibilità di scegliere i fiori che si amano senza il vincolo stagionale, creandoli in laboratorio. Un altro tipo di bouquet che Jessica Ciaffarini realizza è il bouquet di carta, con carte professionali di alta qualità. Creazioni non solo esteticamente belle, ma anche giocose ed ecologiche. Ma il suo estro non si limita alla creazione dei fiori e dei bouquet. Con Francesco Russotto, affermato fotografo e suo compagno di vita oltre che di lavoro, l’abile Maestra artigiana realizza bellissimi quadri con composizioni floreali, anche celebrativi, abbinando la sua capacità manuale creativa all’abilità fotografica del marito. Ci racconta: «Si parte dalle immagini scattate da Francesco durante eventi e matrimoni. Le foto selezionate vengono rielaborate da lui in laboratorio, utilizzando sia la tecnica artigianale che quella digitale». Il risultato sono dei quadri non solo decorativi ma anche preziosi perché evocativi.
Ultimamente Jessica collabora molto con le case di moda che a lei si rivolgono per impreziosire le sfilate e gli abiti da sposa. «Dopo un lungo periodo di abbandono, il fiore decorativo sugli abiti è di nuovo trendy. Sia quelli che riprendono esattamente le fattezze dei fiori in natura, sia le creazioni fantastiche che vengono suggerite dagli stilisti e poi interpretate da me». Jessica Ciaffarini ha ricevuto diversi premi anche per il suo impegno nella sostenibilità, ed è stata selezionata per esporre le sue creazioni a Venezia, durante l’evento internazionale Homo Faber 2024, a cura di Michelangelo Foundation.