La storia di Altare, suggestivo borgo medievale alle porte della Valbormida, tra i verdi boschi e le dorate spiagge della vicina costa savonese, si intreccia da sempre con quella del vetro, almeno a partire dal XII secolo grazie ai monaci benedettini. Una storia affascinante, documentata dal Museo dell’Arte Vetraria Altarese, sito nello splendido edificio liberty di Villa Rosa, che conserva un patrimonio unico, con opere che vanno dal Settecento ai giorni nostri.
Nel borgo ligure di Altare, dove la storia del vetro vive da secoli, Vanessa Cavallaro incide emozioni sul cristallo con la precisione di un gesto antico e la grazia di una visione contemporanea. Unica donna a portare avanti la tradizione dell’incisione alla ruota, scolpisce calici, bicchieri e oggetti per la tavola che uniscono funzionalità
e poesia.
Ancor oggi Altare è sede di alcune botteghe artigiane dedicate alla soffiatura e incisione del vetro, ma il territorio avrebbe bisogno di una promozione più incisiva, per non perdere la straordinaria produzione millenaria che è la sua inestimabile ricchezza e di cui restano oggi poche testimonianze.
Vanessa Cavallaro è rimasta qui l’unica maestra dell’incisione su vetro, che ha scelto Altare come luogo del cuore, sede di vita e di lavoro.
Savonese classe 1971, Vanessa inizia a dar prova di talento non comune fin da giovanissima, cimentandosi a soli dieci anni nella difficile arte della glittica alla ruota. Un’arte complessa di incisione sul cristallo che Vanessa affina nel tempo, esercitandosi nella bottega paterna e arrivando in pochi anni alla maestria. Del resto è stata questa l’avventura del vetro fino ai giorni nostri, con la formazione in bottega di tutti i maestri fin da bambini o poco più. Il caso di Murano insegna.
Nel suo atelier nel cuore di Altare, aperto nel 1993, la maestra si specializza in particolare in oggetti per la tavola: calici, bicchieri, brocche, bottiglie e decanter, piatti da portata, e complemeti per l’arredo, dal vaso alla scultura. Della sua abilità si avvalgono molti nomi importanti dell’home decor, fra cui Dior, che le commissiona preziosi e raffinatissimi servizi. Ci confessa il suo amore speciale per i bicchieri, in ogni forma e decoro: «Ho un debole per i bicchieri e per gli stemmi, che declino in moltissimi modi per ornare questa tipologia a me cara di ornamento per la tavola, che può unire funzione e decorazione in modo sublime». Frequenta il liceo artistico e successivamente l’Istituto Europeo di Design di Torino, dove si diploma in grafica nel 1992.
L’approfondimento delle conoscenze sulle tecniche vetrarie e l’esercizio incessante la portano a un’altissima capacità esecutiva. Quando nel 1993 apre il suo laboratorio, ha subito una commessa speciale: esegue su richiesta dei Lions Club liguri ben 93 vasi in vetro da collezione incisi a mano e numerati. Nel 1997 viene invitata ad avviare la prima apertura del workshop nel MACEF a Milano, a riscontro dell’alta competenza raggiunta. Ma il rango di artista internazionale le è riconosciuto nel 2000 con l’invito a partecipare all’11° Salon décoration et jardin, nel Principato di Monaco.
Nel 2014 diventa membro della prestigiosa corporazione inglese The Guild of Glass Engravers e nel 2016 riceve dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte l’ambito riconoscimento di MAM – Maestro d’arte e Mestiere, entrando nel Libro d’Oro dell’Eccellenza Italiana. Nel 2018 è invitata a partecipare a Homo Faber, la grande mostra internazionale che la consacra tra i più importanti artisti-artigiani del vetro d’Europa.
Empatica e solare, dotata di un’invidiabile e inesausta energia, Vanessa conquista con il suo sorriso e la sua passione per il mestiere, che non si stanca mai di raccontare e diffondere. «Mio padre è stato la mia guida. Era un grande appassionato e fine conoscitore del vetro. Nel suo atelier e nel suo negozio (ha avuto per anni una fiorentissima attività commerciale) ho potuto conoscere e ammirare anche la miglior produzione di cristalleria europea, innamorandomene. Lui mi permetteva anche di seguirlo in molti viaggi, vere immersioni nella bellezza che mi hanno formata», ci racconta con orgoglio e rimpianto.
Ricorda come il padre prediligesse sempre l’insegnamento alle donne, dicendo che la sensibilità e la raffinatezza femminile davano al lavoro un tocco impareggiabile. Pur essendo il mondo del vetro molto chiuso e tipicamente maschile, la sua apertura mentale è stata essenziale per la talentuosa Vanessa.
Le chiediamo di raccontarci brevemente in cosa consiste il suo lavoro: «Incido sulla superficie del vetro o del cristallo con una ruota di pietra avvitata al mandrino del tornio, appoggio il vaso o calice che sia sulla ruota e facendo una pressione asporto il vetro creando un bassorilievo. Non si può cancellare e si può anche bucare la superficie ma l’esperienza ti permette di non fare errori. Uso vetro e cristallo soffiato, sia cavo che piano. Amo lavorare sulla sottigliezza…».
Figure umane, paesaggi, fiori, racemi, animali, ballerine, conchiglie, decorazioni commemorative, delicate geometrie, stemmi e monogrammi incisi donano luce, leggerezza e profondità ai cristalli soffiati, illuminando le tavole più eleganti e raffinate. Nell’ultima produzione, la maestra ha inserito anche la foglia d’oro, per la passione di sperimentare nuovi materiali e decori.
La sua peculiare cifra stilistica, ciò che rende le sue opere subito riconoscibili, sono a suo dire le speciali sfumature di grigio che riesce a ottenere con la molatura delle pietre, che ben conosce e sceglie con cura.
Cosa la ispira maggiormente nella sua produzione decorativa? «Tutto ciò che mi circonda è per me fonte di ispirazione: la natura, il paesaggio, l’arte, le arti applicate, la moda…».
Quando le chiediamo quali sono i suoi interessi al di fuori del lavoro sembra quasi sorpresa: il lavoro è anche la sua passione e la sua felicità, la assorbe e la appaga completamente! Cosa la rende davvero felice? Portare a termine un pezzo e vedere che è fatto proprio come l’aveva immaginato, a regola d’arte.