Quell’ottocentesco nipote di rabbini tedeschi diventato abbastanza celebre per alcune sue idee che hanno capovolto il mondo e per aver coniato uno slogan degno del più creativo dei copywriter, se fosse stato vivo oggi avrebbe potuto dire: «Artigiani e artisti del vetro di tutto il mondo, unitevi!» Per una fortunata combinazione astrale e per la volontà di alcuni, il mese di settembre 2024 dell’era corrente rimarrà nella memoria di tutti gli interessati perché nella città che non è vera ma è un sogno, si sono riuniti, provenienti dai quattro punti cardinali, quasi fossero calamitati, i più eccellenti artefici di quella materia che, anche soltanto per essere guardata, dev’essere prima creata.
La secolare tradizione dell’arte vetraria trova una delle sue massime espressioni a Venezia, dove la storia, la cultura e la creatività si intrecciano per dare vita a capolavori unici. Homo Faber e Homo Faber in Città celebrano l’arte del vetro non solo per la sua bellezza estetica ma anche per l’innovazione e la maestria tecnica che rappresenta.
Negli anni Venti, Paolo Venini era intento a inventare, da quel grande visionario fattivo che era, un nuovo modo di concepire l’arte del vetro, mettendo in contatto le tecniche millenarie ancora in possesso dei Maestri vetrai, con le nuove idee, proposte da artisti estasiati nel constatare che quanto immaginavano poteva tradursi in ossido di silicio, cioè in vetro. Le nuove idee erano quelle di un’arte che aveva già visto il Cubismo. La Rivoluzione era già stata fatta e per proporre i pensieri, i nuovi pensieri ai Maestri vetrai. Il più delle volte non ci voleva molto: bastava accennare l’idea con un gesso bianco su un tavolino di ferro nero adiacente allo scanno (la postazione dove il Maestro è seduto) e questi partiva entusiasta di poter mettere le proprie competenze finalmente al servizio di qualcosa di inedito. I grandi Maestri vetrai del Novecento erano consapevoli di essere il braccio armato di una rivoluzione estetica che stava cambiando il modo di vedere le cose. Anche per i Maestri di oggi è così. Espressa o non espressa verbalmente, si tratta di una sensazione elettrizzante: sappiamo creare i nuovi concetti plastici. Senza di noi, maestranze del vetro, questa rivoluzione etico-estetica non potrebbe realizzarsi.
A parte le capacità tecniche in assenza delle quali non si va da nessuna parte, fra maestranze e artisti c’è un’altra componente imprescindibile. L’attitudine di trasmettere, suggerire, proporre, percepire immagini, idee, forme, senza parlare, così, semplicemente capendosi al volo. La grande protagonista del mondo del vetro, quell’attitudine magica che si instaura fra artista e Maestro, spesso non trova le parole per essere detta, spiegata. Nel clangore della fornace, dove sembra di essere nella omerica fucina di Efesto, nel secondo libro dell’Iliade, duemilasettecento anni fa, la grande coreografa della danza, dell’intesa fra artista, Maestro, aiuto Maestro, servente, serventino, garzone e garzonetto è un’inconsapevole qualità paranormale esercitata tutti i giorni e per questo così efficace: si chiama telepatia, l’arma segreta della fornace.
Mentre le prime due edizioni di Homo Faber (2018 e 2022) avevano focalizzato la loro ricerca sull’Europa, questa terza edizione che si svolge nel mese di settembre 2024, sempre alla Fondazione Giorgio Cini sull’isola di San Giorgio, a Venezia, si occupa delle eccellenze mondiali nel campo di tutti gli artigianati. Tema portante The Journey of Life, ed è a cura di Michelangelo Foundation for Creativity & Craftsmanship con la direzione artistica di Luca Guadagnino e Nicolò Rosmarini. Anche quest’anno, in concomitanza con Homo Faber, ha luogo Homo Faber in Città, iniziativa che permette ai visitatori di conoscere Venezia e le isole di Murano e Burano attraverso le loro botteghe e di osservare da vicino il lavoro degli artigiani. Una vetrina che valorizza i mestieri, ma soprattutto i Maestri, e che si inserisce naturalmente nel panorama veneziano, così profondamente segnato dall’arte e dall’artigianato di qualità.
Nel campo del vetro sono segnalati artigiani e artigiani-artisti di grande qualità. Tra questi Emanuel Toffolo, da ormai vent’anni autentico scultore-entomologo, lavora il vetro a lume ispirato anche dal grande Maestro Vittorio Costantini, anch’egli nell’itinerario, messo a punto e coordinato da Susanna Pozzoli con Fondazione Cologni; Alessandro Boscolo e Alessia Fuga sono un esempio di giovani eccellenti in quest’arte ardua e antica; Mauro Vianello propone il mondo dei mari con i suoi acquari; Moulaye Niang lavora perle ispirandosi ai colori della sua Africa; Matteo Tagliapietra da anni è primo Maestro della vetreria Gambaro & Tagliapietra; Nason Moretti propone bicchieri dai colori strepitosi; Simone Cenedese, sulle orme del padre Giovanni, è ormai un gran nome anche a livello internazionale; Roberto Beltrami, da Wave lavora con molti apprendisti stranieri e usa forni americani di alta sostenibilità; i Fratelli Panizzi sono eccelsi nella molatura a freddo; Alessandra Di Gennaro e Romuald Mesdagh sono eccellenti mosaicisti della storica Scuola di Spilimbergo; Muriel Balensi, nel suo atelier a Murano, con cannello e sottili bacchette di vetro, crea perle uniche. E ancora l’itinerario svela le ormai rare murrine figurative di Antonio Dei Rossi; la grande tradizione del mosaico di Orsoni, con la sua strepitosa Biblioteca del colore; mentre Micheluzzi Glass rivisita l’antica tradizione dell’arte vetraria con un design unico e contemporaneo.
Le creazioni di Elena e Margherita Micheluzzi, figlie del noto Maestro Massimo, si ispirano alle suggestioni lagunari, caratterizzate da superfici sfaccettate e riflessi cangianti che stimolano la perfezione viva e tattile del vetro.
La seconda edizione di “Homo Faber in Città” è in totale sinergia con “The Venice Glass Week”, festival internazionale dedicato al vetro giunto all’ottava edizione, e molti degli artigiani citati saranno presenti in entrambe le manifestazioni. Nel ricco itinerario non può mancare la nuova mostra “1912-1930. Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia”, a cura di Marino Barovier, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, alle Stanze del Vetro: un progetto culturale straordinario nato dall’iniziativa congiunta di Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, che promuove lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del Novecento e contemporanea.