Vetri d’amore

di Jean Blanchaert

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 30 aprile 2025

Quando, nel XVII secolo, Galileo Galilei, a Firenze, scrisse il libro Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua, contribuì a gettare le basi per le ricerche che portarono Blaise Pascal a formulare il principio dei vasi comunicanti, secondo cui, in presenza di gravità, un liquido in vasi collegati raggiunge lo stesso livello, formando un’unica superficie equipotenziale.

 

Le sculture di Flavie Audi traducono in forme il respiro e il battito della condivisione. Attraverso il vetro soffiato, le curve sensuali e i colori che vibrano di emozioni, l’artista ci parla di equilibrio e fusione.

 

Flavie_Audi

 

E non è forse una delle più belle forme d’amore, quella più sincera, quella della condivisione? Sì, essere se stessi, ma non soli. La donna o l’uomo che esce la mattina dopo aver condiviso pensieri e preoccupazioni ha una forza particolare, una sorta di corazza protettiva contro le insidie della giungla umana. I “vasi comunicanti” ideati da Flavie Audi sono un’originale interpretazione scultorea dell’amore. I due vasi di vetro sono innamorati, sensuali, quasi avvinti, poetici come l’amore platonico, erotici come il Kāma Sūtra oppure poetici ed erotici allo stesso tempo come nel frammento 42 di Saffo: «Eros ha sconvolto il mio cuore come un vento che si abbatte sulle querce della montagna».

 

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Il prototipo di questo lavoro è stato realizzato in collaborazione col Maestro Nicola Causin di Berengo Studio, a Murano, per Everything I Want, progetto di Nadja Romain. La produzione successiva è continuata presso la vetreria Devereux & Huskie nel sud ovest dell’Inghilterra, nel Wiltshire. Le sculture di Flavie Audi fanno pensare agli alberi piegati dal vento che può essere il caldo khamsin della sua Beirut, la fredda tramontana del nord, l’umido scirocco e a volte persino la potente bora triestina. Non bisogna mai dare nulla per scontato e questi vasi rappresentano lo sforzo che ci deve essere ogni giorno per tenere viva una relazione. Sono sculture nelle quali i vasi comunicanti, cioè gli amanti, si presentano con colori che descrivono le loro personalità: il nero è associato alla forza di volontà e all’indipendenza, l’azzurro descrive una tendenza all’armonia, il viola suggerisce un’intensa spiritualità. Le due forme cilindriche sembrano sostenere una sfera colorata che non è nient’altro che la rappresentazione della loro relazione.

 

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Si percepisce lo sforzo di tenerla in equilibrio, di non farla precipitare, come canta Charles Aznavour: «Ti lasci andare sempre più …/ Con quelle calze sempre giù/ Mezza truccata e mezza no/ Coi bigodini ancora su». Viene in mente L’uomo che porta la croce, scultura in bronzo di Jan Fabre nella cattedrale di Anversa che raffigura un uomo con la mano destra tesa su cui è poggiata una grande croce che lui cerca di non far cadere perché anche la fede va riaffermata ogni giorno. Un grande amico di Jan Fabre, Bob Wilson, ha recentemente realizzato un’installazione in vetro chiamata Wrestlers. S’ispira a uno spettacolare sport da combattimento praticato in Cina durante la dinastia Han, duemila anni or sono. Gli atleti si affrontano in una lotta libera sostenendo sul gomito sinistro un’anfora ceramica di medie dimensioni. Perde chi la fa cadere. Anche in questo caso, come nella scultura di Jan Fabre e in quelle di Flavie Audi, si nota che la vera vita corre sul filo del rasoio. Il lavoro di Flavie Audi prende spunto proprio dalla manipolazione del vetro, che gioca un ruolo cruciale in tutto il suo percorso artistico. Le sue sculture sono la traduzione tridimensionale di un’idea che immagina un mondo futuro.

Gli estremi si toccano. Le forme di queste opere somigliano ancheai primi reperti geologici della più lontana preistoria. Flavie persegue modi di esprimere la sensualità e la luminosità creando incontri abbaglianti. Le sue forme sono misteriose, esprimono l’energia e l’essenza dell’esistenza, un senso di vita. Flavie invita la mente a espandersi nell’infinito cosmologico e verso un attaccamento affettivo al mondo. Les Vases Communiquants sprigiona una sensualità siderale. La curvatura dei cilindri e la roccia fluida sospesa catturano una presenza fugace e viva che suggerisce la forza vitale che ci collega. Le forme si accarezzano e si sfiorano in teneri rapporti. Sensual glass.

Jean Blanchaert

Jean Blanchaert

Gallerista, curatore, critico d’arte e calligrafo, da più di trent’anni conduce la galleria di famiglia fondata dalla madre Silvia nel 1957 e da sempre specializzata i n materiali contemporanei. Dal 2008 è collaboratore fisso del mensile Art e Dossier (Giunti Editore). Nel 2018 è stato curatore della sala Best of Europe di “Homo Faber”, alla Fondazione Cini, a Venezia.

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