Il fascino del fuoco, la magia dell’idea che diventa creazione grazie al sapiente gioco dell’aria calda e fredda, al movimento delle pinze, alle mole. E poi le infinite sfaccettature e i riflessi dell’oggetto di vetro finito, che da più di mille anni continuano ad ammaliare. Anche Riccardo Todesco ne è stato stregato, tanto da scegliere, dopo una laurea in Economia e Commercio, di aprire il suo laboratorio a Murano. Racconta il Maestro vetraio: «Il nome Murano deriva da Amurianas, una delle porte dell’antica città romana di Altino (situata nei pressi della Laguna veneta), dalla quale gli abitanti scapparono a causa dell’invasione dei barbari, per rifugiarsi nelle isole della laguna di Venezia. Una prese il nome di Murano-Amurianum, e qui si specializzarono i vetrai iniziando un redditizio commercio che non si è mai fermato,» racconta Todesco, spiegando la scelta del nome che ha voluto dare alla sua fornace.
Nel grande laboratorio, che si sviluppa in diversi ambienti per le varie tecniche di lavorazione, ci sono macchinari per il taglio e la molatura ad acqua, le lastre e i granuli di vetro della vetrofusione, i piatti con le murrine, una fucina con i forni, tante pinze per tagliare le lunghe bacchette di vetro colorato, raggruppate in vari contenitori, le murrine. «La nostra è un’attività di famiglia: anche i miei genitori collaborano per la parte commerciale. La produzione varia dalla tecnica della vetro-fusione a quella della moleria,» spiega Riccardo. La straordinaria duttilità e fantasia di Todesco lo hanno spinto a ricercare sempre forme nuove e a perfezionare le tecniche per rendere possibile ogni tipo di manufatto, realizzando anche oggetti personalizzati su misura. Di fianco al laboratorio c’è lo showroom che espone le varie creazioni del Maestro vetraio: un luogo dove la meraviglia spazia dai bicchieri dalle varie forme ai vasi, dagli oggetti decorativi per la casa e per la tavola fino ai bijoux, comprese le perle rosetta utilizzate dalle impiraresse. Il tutto all’insegna di una genialità creativa.