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Antica Confetteria Romanengo

Via Soziglia, 74/76 - 16123 Genova

Confetti per tutti i gusti e per tutte le occasioni, con l’“anima” di mandorla d’Avola, cannella, cardamomo, pistacchio, finocchietto, pinolo: talmente squisiti da rendere difficilissima la scelta. «Sono una delle specialità per le quali siamo conosciuti in tutta Italia», afferma con giustificato orgoglio Pietro Romanengo, Maestro artigiano, sesta generazione di una famiglia ligure che ha saputo non solo conservare e sviluppare la gamma dei suoi prodotti artigianali, ma anche preservare i locali delle storiche confetterie, oggi protette dalle Belle Arti. «I nostri confetti sono realizzati con solo zucchero, senza additivi, e la preparazione va seguita costantemente dai nostri artigiani chini sulla macchina: per farne 100 chili occorre una intera settimana». Ecco svelato il segreto di tanta bontà arrivata a noi attraverso due secoli.

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Era il 1780 quando dalle colline genovesi Antonio Romanengo, speziale di Voltaggio, scese verso la città per intensificare la sua attività. E i figli Stefano e Francesco decisero di affiancare alla vendita delle spezie paterne alcune specialità della tradizione genovese create artigianalmente quali la frutta candita, i confetti e la pasta di mandorle. Nel 1814 aprirono la prima bottega in via Soziglia, seguita da quella in via Roma, e da allora il loro nome è rimasto legato indissolubilmente all’arte dolciaria. «I miei antenati nell’Ottocento presero spunto dalle confetterie di Parigi che tenevano in gran conto non solo la qualità della produzione ma anche la presentazione del prodotto e l’ambiente. Su quel modello allestirono la confetteria di via Soziglia, che oggi è classificata Bottega Storica protetta dalle Belle Arti». In effetti entrare in questo ambiente, vera e propria istituzione nella tradizione genovese, tra i profumi e gli aromi inebrianti, le boiserie e gli affreschi, è una vera magia. Altro luogo straordinario è quello della fabbrica: «Mio nonno costruì una palazzina in viale Mojon per attrezzare il laboratorio con i vari reparti per i canditi, i fondant, i confetti», racconta Romanengo.

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«Poi, nel corso degli anni, ai canditi è stato affiancato il cioccolato, lavorato ancora con macchinari, metodi e tempi di una volta, senza l’aggiunta di emulsionanti e additivi». Straordinari gli spicchi di clementine candite ricoperti di cioccolato, le scorze di arancio, i petali di rosa, le violette intere cristallizzate, le foglie di menta, gli zuccherini al rosolio. Oggi a perpetrare la tradizione della più antica confetteria d’Italia sono entrati Giuseppe e Francesco Romanengo che, con un nuovo socio francese, continuano la tradizione di famiglia. Con un raffinato negozio-salotto anche a Milano.

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