Il loro laboratorio è stato paragonato alla caverna di Alì Babà. In effetti, la bottega dei fratelli Castagnari, nel cuore di Recanati, è un luogo magico che si snoda tra sale e salette, tavoli e scaffali, un’infinità di attrezzi del mestiere, molti dei quali ereditati dal nonno o realizzati dagli stessi fratelli artigiani. È qui che avvengono le molteplici operazioni che servono a creare i loro straordinari organetti.«Un modello-studio basico è composto da ben 1756 pezzi: ci vogliono circa 28 giorni per costruirne uno,» confida Massimo Castagnari, che insieme ai fratelli Sergio e Corrado, ai cugini Fabio e Sandro, nonché alle rispettive mogli e ai nipoti, costruisce questi strumenti musicali famosi nel mondo. Tra i loro clienti, musicisti di fama internazionale, tra cui Sting e i Negramaro.
«La nostra bottega è stata aperta da nonno Jà, ovvero Giacomo, nel 1914. Da allora sia i suoi figli, Bruno e Mario, sia noi nipoti e bisnipoti, siamo stati contagiati dalla sua passione: attualmente in laboratorio siamo in 18, tutti di famiglia.» I loro aerofoni meccanici a mantice sono mossi da tasti tradizionali in legno, con asta in ferro, oppure da tasti moderni in alluminio, ottone, e teflon. Per costruire un tasto occorrono 28 operazioni: con pinze, lime, trapani, pialle, seghetti a mano, levigatrici, danno forma a ogni parte dei loro organetti. Le griglie, poi, sono vere e proprie sculture, una diversa dall’altra, personalizzate.
«Le fisarmoniche diatoniche, comunemente conosciute come organetti, sono strumenti musicali in cui il suono è generato da un flusso d’aria che fa vibrare le ance, sottili linguette di metallo, generando il suono. Ogni tastiera aziona infatti una serie di valvole che consentono il passaggio dell’aria attraverso le ance. L’afflusso dell’aria avviene attraverso un mantice di cartone rivestito di stoffa o di pelle che collega le due casse: la tastiera della mano destra e quella della mano sinistra. Il numero dei tasti può variare da 12 a 33, secondo la complessità dello strumento,» spiega Massimo. Ma oltre alle straordinarie capacità creative di questa grande famiglia di maestri artigiani, va menzionato il loro grande amore verso il mestiere. «Noi tutti ricerchiamo la perfezione del suono perché questo ci dà gioia: è questo il comun denominatore che ci lega ai nostri clienti musicisti.»