Umberto Ughi è un giovane eclettico artista artigiano che, dopo essersi laureato in filosofia a Brighton, ha deciso di dare una svolta alla sua vita, confrontandosi con la sua vera passione: la scultura.
Figlio d’arte, il padre scultore, ci racconta i suoi esordi: «Sono sempre stato attratto dalla scultura e quando sono rientrato a Milano, dopo l’università, ho avuto la fortuna di entrare nella storica Fonderia Artistica Battaglia, dove mi sono occupato del primo reparto di formatura e della fusione a cera persa. E ho capito subito di aver trovato la mia strada. Mi sono specializzato nei calchi realizzando sculture di grandi artisti, tra i quali Velasco Vitali: per lui ho riprodotto un cane che è stato esposto a Torino, a Venaria Reale e a Palazzo Reale». Lavorando a contatto con altri artigiani in fonderia, Umberto scopre l’utilizzo del marmo artificiale, detto anche finto marmo o scagliola, una tecnica messa a punto nell’Ottocento nella città di Rima, in Piemonte, e utilizzata per impreziosire a costi contenuti le pareti interne dei palazzi. «Si tratta di un impasto realizzato con colle di animali, prevalentemente coniglio, e pigmenti ossidi mescolati insieme ai colori diversi, che creano venature molto simili a quelle del marmo.
Questo impasto viene applicato sopra la struttura, che può essere di gesso o di mattoni, con effetti sorprendenti». Nel suo studio di fianco alla Fonderia Battaglia, Umberto decide di unire la tecnica della lavorazione del marmo artificiale con quella dei formatori appresa in fonderia, riscattando il valore di un materiale quasi dimenticato. Nascono così le sue sculture, basate sulla ricerca sia delle forme che dei materiali: la barca, l’ulivo, il pavone… «Dopo aver dato forma al gesso, creo l’impasto che reputo più adatto all’opera e spesso abbino il marmo artificiale al bronzo, al vetro, alla ceramica, per dare vita ai miei soggetti. Mi piace sperimentare sviluppando diverse tecniche: la mia ricerca è improntata sulle potenzialità di ogni materiale».