Esplorare il territorio italiano, percorrendolo in lunghezza seguendo le coste o la dorsale dell’Appennino, o attraversandolo da est a ovest per riunire idealmente i due mari, l’Adriatico e il Tirreno, significa imbattersi, chilometro dopo chilometro, in città e paesi che ci sorprendono per la loro unicità: particolari architettonici e urbanistici, tradizioni culturali, artigianali e gastronomiche, riti e credenze rendono ogni territorio diverso dal precedente e quindi fucina di esperienze e nuove scoperte. Poco a sud di Roma, nella cittadina di Anagni (conosciuta come “la città dei Papi”) riscopriamo una bottega-studio che mantiene viva, grazie alla passione e alla professionalità di Rita Turri, la tradizione della tarsia lignea, una preziosa lavorazione di alta ebanisteria che crea partiture di colore e materia, grazie a piccole tessere di pregiate essenze lignee intagliate e giustapposte con precisione millimetrica. Nata in questa cittadina nel 1963, Rita fin da giovanissima segue le orme del padre Carlo affiancandolo in laboratorio e raccogliendo la sua eredità, con la consapevolezza di avere un ruolo di conservazione della memoria di un mestiere d’arte altamente raffinato, che richiede grande maestria e che rappresenta un’eccellenza del saper fare nel panorama italiano delle arti applicate. Rita Turri ci racconta la sua storia di artista artigiana, che è anche quella della sua famiglia e che si intreccia con la storia della cittadina di Agnani dove, fino agli anni cinquanta del secolo scorso, erano attive molte botteghe di alta ebanisteria che rispondevano alle commesse delle casate nobiliari di Roma e di Napoli, oltre che del Vaticano, a cui Anagni è sempre stata legata essendo stata residenza papale e essendo ora sede vescovile.
Ereditare un mestiere raro come quello dell’intarsio rappresenta una responsabilità, oltre che un privilegio. Ad Anagni, antica città papale, sede di raffinate botteghe di alta ebanisteria, da oltre mezzo secolo le Tarsie Turri rivestono un ruolo d’eccellenza nel contesto delle arti applicate.
La qualità delle botteghe di ebanisteria era alimentata da giovani artigiani specializzati che si formavano al locale Istituto d’Arte (ora Liceo Artistico) dividendosi tra studio e lavoro “a bottega”, come il padre di Rita, che dopo l’apprendistato si è specializzato nell’esecuzione di tarsie, portando all’estremo limite le possibilità prospettiche e cromatiche di quest’arte, realizzando opere di altissimo valore per le quali è stato insignito delle onorificenze di Cavaliere e Commendatore della Repubblica per meriti artistici. La tecnica della tarsia “a coltello” è quella che Rita ha ereditato da suo padre e che tutt’ora pratica nel suo laboratorio affiancata dal figlio Federico, che rappresenta quindi la terza generazione di questa tradizione artistica. Rita è un’eccezionale interprete della tarsia pittorica: la riproduzione dei modelli iconografici tratti dalle opere dei più grandi artisti di tutti i tempi è una delle applicazioni che meglio esprime la maestria del suo “saper fare”; in questo attento e meticoloso processo di restituzione ad intarsio, la cura dei dettagli, la ricerca delle essenze lignee più adatte, contribuiscono a conferire un valore specifico all’opera in tarsia, definendola come opera d’arte autonoma che racchiude in sé profonda conoscenza della storia e dell’arte.
L’opera a cui sta lavorando nel momento della nostra conversazione è la riproduzione di un Caravaggio del 1600, e frequenti sono anche le richieste di quadri pittorici che Rita Turri realizza su suo disegno e progetto: un collezionista russo le ha recentemente commissionato otto nature morte che Rita ha disegnato, progettato e realizzato, con l’unico vincolo da parte del committente di includere il frutto di melagrana in ognuna delle opere.
Le essenze naturali dei piallacci che Rita usa per le sue tarsie pittoriche sono circa 80, da legni provenienti da ogni parte del mondo e, oltre ai legni naturali, utilizza anche una varietà di 500 piallacci di legno naturale tinto in diversi colori, texture e tonalità, che consentono estrema libertà espressiva, sia per decori classici che contemporanei, come ad esempio quelli progettati per tarsie applicate sull’oggettistica (cornici, vassoi, scatole, gioielli…), produzioni di cui la bottega segue ogni singola fase, dal progetto del disegno e del decoro alla realizzazione dell’oggetto e della tarsia, fino alle fasi finali di incollaggio, finitura e lucidatura.
Oltre alle produzioni di oggettistica, la bottega è da sempre impegnata in collaborazioni con designer e ebanisti, professionisti dell’arredamento di lusso e dello yacht design, con committenze che provengono da tutto il mondo (in particolare da Paesi Arabi, Stati Uniti, Russia…) con precise richieste di eccellenza artigianale e produttiva, per opere uniche, personalizzate e di alto livello estetico. In questo tipo di realizzazioni il laboratorio di Tarsie Turri non dimentica la lezione di Giuseppe Maggiolini, maestro per eccellenza del tardo Settecento con i suoi mobili intarsiati, ricercando però espressioni più libere e contemporanee, attualizzando la tarsia a nuovi scenari estetici, nel bisogno di un continuo rinnovamento di quest’arte che, sebbene radicata nella tradizione, può ancora essere espressione di unicità e innovazione. È in questa direzione che Rita e suo figlio si stanno impegnando, cercando di far conoscere il proprio lavoro anche attraverso vari canali di comunicazione: «certo non è facile, bisognerebbe dedicare più tempo alla comunicazione e alla promozione, noi artigiani dobbiamo fare tutto.»
Da queste parole si evince come, per sostenere attività rare e di una qualità così alta come il lavoro di Tarsie Turri, occorrerebbe un sistema più strutturato che possa accompagnare gli artigiani in tutti quegli aspetti necessari all’attività per rimanere viva, come la comunicazione e il marketing, lasciando loro il tempo di dedicarsi allo sviluppo del progetto e dell’opera.