Quale collegamento sussiste tra l’artigianato, tra la creatività e il talento manuale, e la nostra vita di ogni giorno?
Quale ruolo assegniamo agli oggetti simbolici e speciali, realizzati per esprimere un’identità più forte dello scorrere del tempo, in un’esistenza costellata da eventi speciali ma anche da sogni, desideri, attimi che desideriamo celebrare proprio perché preziosi?
La terza edizione di Homo Faber celebra il collegamento tra mestiere d’arte, uomo e tempo, con il tema centrale del “viaggio della vita.”
Attraverso mostre e storie suggestive, Homo Faber esplora un modo più sostenibile di vivere e lavorare, evidenziando la bellezza degli oggetti
artigianali e il significato profondo dell’autenticità.
La terza edizione di Homo Faber, organizzata presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia dal 1° al 30 settembre 2024, lo ha trovato in una personalissima visione del fare, e del fare bene: o con arte, o con ispirazione, o comunque con una sorridente, determinata intraprendenza. E ha celebrato questo collegamento tra arte, mestiere, umanità e tempo mettendo al centro del discorso “il viaggio della vita”: un tema che questo numero di Mestieri d’Arte & Design ha fatto proprio, articolando lo spazio editoriale tra le grandi visioni che innervano le mostre di Homo Faber e le splendide, suggestive storie di nicchia che proprio a Venezia diventano l’esempio di un modo diverso e più sostenibile
di vivere, di lavorare, di produrre.
Il viaggio della vita: un’immersione tra oggetti e gesti non solo belli, ma anche sinceri e ricchi di significato. Soprattutto quando si considera che la ricerca di un prodotto bello e ben fatto si unisce alla scoperta (o alla riscoperta) di un patrimonio artistico che non resta certo confinato alle architetture o ai capolavori dell’arte, ma che scende dai piedistalli ed esce dalle cornici fino a stimolare (per fortuna) ogni aspetto della creatività.
Nelle prossime pagine racconteremo storie di persone, di aziende, di atelier e di eroici (benché quotidiani) protagonisti, che ogni giorno riportano la “mano” dell’artigiano al centro dell’attenzione. Perché oggi più che mai la ricerca di autenticità, e quindi di originalità e affidabilità, è percepita come un tratto irrinunciabile di ogni oggetto d’eccellenza, che non può che nascere grazie all’intelligenza dei gesti, alla sensibilità delle dita e alla tenace perseveranza del cuore.
Più che oggetti, beni: beni fatti per durare, per essere riparati, per acquisire valore e bellezza con lo scorrere del tempo. Beni fatti per essere custoditi e tramandati, come la nuova edizione di Homo Faber ben rappresenta. La verità del gesto, la conoscenza, l’intelligenza (nel senso etimologico di intelligere: ascoltare e comprendere) diventano gli attributi differenzianti rispetto a un lavoro anonimo e ripetitivo. E da questa “intelligenza”, da questa profonda comprensione e intuizione del “senso” del prodotto, deriva quella continua ricerca di miglioramento che porta a ciò che gli inglesi definiscono achievement, ovvero il raggiungimento di un obiettivo che coniuga conoscenza, lavoro, intuizione e saper fare.
Homo Faber celebra il talento umano nella creazione della bellezza: una bellezza speciale, ma anche quotidiana e potente. Che nasce da quei maestri, celebri o in ascesa, che portano con sé non solo la passione e l’entusiasmo dello sguardo, ma anche la consapevolezza che trasferire nel futuro i mestieri d’arte, ormai, non è più una scelta tra tante: è una necessità.