1. Home
  2.  | 
  3. Editoriali
  4.  | Il coraggio di essere virtuosi

Il coraggio di essere virtuosi

Testo di Franco Cologni

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 27 settembre - 2023

«Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l’altra metà, o presso, a noi. (…) la fortuna dimostra la sua potenzia dove non è ordinata virtù a resisterle». Così scriveva Niccolò Machiavelli ne Il Principe, distinguendo molto opportunamente tra la “fortuna” (ovvero il fato, propizio o meno che sia) e la “virtù”: il valore e l’onore, certo, ma anche la forza, l’integrità, la dignità di saper rispondere con vigore alle alternanze del caso.

I Maestri d’arte sono autentici virtuosi, capaci di resistere all’appiattimento della mediocrità. Portano alto lo stendardo del valore, in equilibrio perenne tra talento e studio, tra ingegno e manualità, tra passione e perfezione.

La virtù, i virtuosi e virtuosismi che abbiamo raccontato in questo numero rappresentano al meglio questa visione del saggio Machiavelli: perché i nostri Maestri, pur in un contesto difficile e non sempre agevole come quello contemporaneo, ogni giorno resistono alla banalità e raccontano storie di valore, di bellezza, di straordinario talento.

Il virtuoso ha per definizione talento, e intorno al talento struttura un suo linguaggio eloquente e convincente: come ricordava Cesare De Michelis, il talento è infatti al tempo stesso la misura di un peso e l’indicazione di un valore monetario molto elevato. Un peso: ovvero qualcosa che inclina la bilancia spostando più in basso il piatto sul quale appoggia, finché non si intervenga per ricreare e ribilanciare l’equilibrio. E dunque il talento, come il denaro, definisce la supremazia di una parte sull’altra: e la parte che si dovrebbe affermare, noi speriamo, è proprio quella in cui il talento incontra la virtù e i virtuosismi, per creare bellezza anche quando il fato non è favorevole.

Per affermare la propria tenacia grazie all’intelligenza della mano e alla sapienza del cuore. Come ricorda Massimo Cacciari, «per bene vivere occorrono industria, consiglio, arte, ma anche mani, piedi e nervi: le ragioni del corpo devono allearsi con quelle della diligenza, della sollecitudine, della cura, per sfidare fato e fortuna. Se anche l’uomo avesse il doppio dell’ingegno e non avesse la mano, ‘organo degli organi’, non esisterebbero dottrine, edifici e città».

Dalla lettura di questo numero appare evidente come l’antitesi del talento e della virtù, così come li abbiamo descritti e celebrati, non sia dunque il destino avverso, ma l’ignoranza. Intesa come un’espressione di dilettantismo, di presunzione, di mancanza di profonde motivazioni, di protervia nell’agire al di sopra delle proprie possibilità non per educarsi a superarle, ma per ignorarle. Con la bellezza dei loro virtuosismi, sempre suggestivi e profondi, i Maestri d’arte ci ricordano invece che trasversale all’evoluzione del paradigma della bellezza italiana è l’equilibrio perfetto, sempre dinamico e irripetibile, tra studio e natura, tra competenza ed emozione, tra un effetto artistico sorprendente e l’emozionante precisione calligrafica (“virtuosistica”, appunto) della creazione.

Solo la virtù della bellezza, oggi, ci permette di far evolvere il nostro modo di pensare la differenza e la pluralità, per accogliere il nuovo e ritrovare l’originalità, per non aver mai paura di affermare la virtù che più ci sta a cuore: la dignità degli esseri umani.

Franco Cologni

Franco Cologni

Franco Cologni è presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università Cattolica di Milano, imprenditore, giornalista e scrittore. Per quarant’anni ha collaborato presso Cartier fino a diventarne Presidente Mondo. Nel 2016, insieme a Johann Rupert, Chairman della Compagnie Financière Richemont SA, ha dato vita alla Michelangelo Foundation for Creativity and Crafstmanship. È inoltre fondatore e Presidente del Comitato Culturale della Fondation de la Haute Horlogerie di Ginevra e ha creato, a Milano, la Creative Academy, scuola internazionale di Design e Creative Management del Gruppo Richemont.

CONDIVIDI