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Il più bravo di tutti. Pratiche e competizioni tra gli artisti-artigiani

Testo di Ugo La Pietra

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 27 settembre - 2023

Tra gli artisti-artigiani che lavoravano nel settore della ceramica (come anche per tutti gli altri settori citati) c’è sempre stata molta competizione, e questa caratteristica diffusa tra i vari autori era motivo di gelosie, desiderio di coltivare segretamente le proprie “invenzioni”, ricerca di clientela e impegno costante a mantenerla. Tra le diverse strategie messe in atto dai vari artisti-artigiani impegnati nello stesso settore di lavorazione, quella maggiormente praticata è sempre stata l’ostentazione di una “superiore capacità”. Capacità che doveva esprimersi con forza, per distinguere il proprio lavoro da quello degli altri colleghi con i quali, quasi sempre, si condividevano le stesse tecniche di lavorazione e le stesse tipologie merceologiche.

In Italia, fino a due generazioni fa, in tutti i paesi e i centri urbani erano presenti artisti-artigiani, esperti nella lavorazione di diversi materiali per la realizzazione di oggetti: ferro, vetro, ceramica, tessuto, pelle… Tali artisti-artigiani caratterizzavano la popolazione urbana: non a caso era chiara a tutti la distinzione tra chi lavorava la terra (contadini) fuori dalla città, e chi costruiva oggetti (artisti) in città.

Per ottenere questo risultato si è sempre cercato di inventare modelli originali, ma quando questo non bastava si è spesso ricorso all’esaltazione del fare, proponendo sempre più sofisticate elaborazioni nell’uso della materia e dei colori, in elaborazioni capaci di esprimersi in virtuosismi sempre più sofisticati. Immagini bizzarre e cariche di esasperate manipolazioni sono state spesso alla base di proposte finalizzate a comunicare il “valore” dell’artista-artigiano, ma meglio sarebbe dire dell’artigiano, a discapito dell’artista. Sì, perché a forza di spingere la competizione sul tasto dell’elaborazione, si andava perdendo la qualità e l’originalità della ricerca, schiacciata sempre più verso un immaginario bizzarro, rasentando spesso il kitsch.

Abbiamo quindi spesso assistito alla decadenza di certi autori che hanno concentrato tutto il proprio lavoro nella competizione, mettendo al primo posto le sempre più sofisticate elaborazioni. Il virtuosismo, questa pratica che ha spesso dato valore aggiunto all’opera dell’artista (pensiamo a Paganini), non sempre è stata garanzia di qualità!Lo sanno molto bene certi ceramisti di Caltagirone o di Vietri o ancora di Capodimonte, dove la loro capacità nella realizzazione delle figure antropomorfe, zoomorfe o fitomorfe, quando perdeva la genuinità popolare, scadeva in leziose, quasi oscene, figure iperrealistiche. Le grandi capacità dell’artista-artigiano, che rasentano qualche volta il virtuosismo, trovano spesso il consenso dell’acquirente o del collezionista che, non riuscendo o a cogliere alcuni valori più concettuali dell’opera – come il significato, l’originalità, le motivazioni sociali, la capacità di rinnovare i modelli del passato – ne apprezza l’esasperata manipolazione, la sovrabbondante decorazione, la dimensione e/o il numero delle tante varianti al tema.

Eppure esiste l’opera che riesce a dare valore attraverso la pratica del virtuosismo dell’eccesso e delle esasperate sovrastrutture. Basterebbe guardare certe ceramiche (cosiddette barocche) di Lucio Fontana, maestro ormai celebrato a cui si ispirano giovani autori come Francesco Simeti, Salvatore Arancio, Sissi… artisti che lavorano in modo istintivo, manipolano la materia in cerca del “meraviglioso” e lo fanno dando sfogo a tutta la repressione presente in una generazione di autori che cercano di conquistare il mercato attraverso lo “stupore”. Un percorso alternativo alle ormai diffuse manipolazioni video; opere realizzate mettendo le mani nella materia, senza pudore verso l’eccesso, arrivando a fare dell’uso esasperato della manipolazione virtuosistica il modello alternativo e quindi decisamente opposto della realtà virtuale.

Ugo La Pietra

Ugo La Pietra

Artista, architetto, designer e soprattutto ricercatore nella grande area dei sistemi di comunicazione. La sua attività è nota attraverso mostre, pubblicazioni, didattica nelle Accademie e nelle Università. Le sue opere sono presenti nei più importanti Musei internazionali.

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