Il futuro della bellezza è nelle mani dell’estro, dell’ingegno e del savoir-faire di una catena umana unita da un elemento potentissimo: il dialogo. Un dialogo profondo, coraggioso, basato sulla trasmissione dei mestieri e delle abilità. Homo Faber 2024, giunto alla sua terza edizione, riprende il filo di un discorso mai interrotto sulla sinergia tra progettualità e manualità e pone al centro dell’attenzione il sostegno alla trama sempre più fitta di “incontri ravvicinati” tra Maestri e apprendisti, artigiani e artisti, artigiani e designer, artigiani e scienziati.
Homo Faber 2024 pone l’accento sull’importanza della trasmissione delle competenze e delle abilità, creando una rete di connessioni umane basata su un profondo scambio di conoscenze. Progetti innovativi come la “Homo Faber Fellowship” dimostrano quanto il futuro dell’artigianato artistico sia indissolubilmente legato alla sinergia tra creatività e manualità.
Nell’ottica di un futuro sostenibile e sostenuto dal talento umano, da relazioni e interazioni profonde, l’abbattimento di determinate barriere artistiche e culturali diventa un’esigenza, una sorta di “traguardo di partenza” per un viaggio all’insegna della collaborazione e delle relazioni positive, indispensabili all’evoluzione del linguaggio creativo. Progettisti, artigiani, Maestri e allievi, sono sempre più interconnessi e uniti dal fervido intento comune di trasformare la materia in oggetti co-creati che raccontino la vita e che lascino il segno.
Da questa visione nasce “Homo Faber Fellowship”: un programma internazionale di formazione professionale, articolato su sette mesi, ideato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship e ispirato dal programma “Una Scuola, un Lavoro. Percorsi di Eccellenza” della Fondazione Cologni (tra i partner di Homo Faber), che si rivolge a coppie di Maestri e giovani artigiani neodiplomati. La prima edizione, che si è conclusa in aprile, ha coinvolto con successo 20 coppie. Una seconda edizione verrà lanciata quest’anno e terminerà nel 2025.
Nell’ambito di Homo Faber 2024, la direzione artistica di Luca Guadagnino e dell’architetto Nicolò Rosmarini ha dedicato al tema del dialogo dei saperi (fortemente sostenuto dalla vicepresidente di Michelangelo Foundation, Hanneli Rupert) l’ex Scuola Nautica della Fondazione Giorgio Cini: il progetto riproduce un ambiente nel quale i protagonisti sono il design internazionale, l’alto artigianato contemporaneo e la manualità d’eccellenza che viene raccontata attraverso oggetti co-firmati e suggestive dimostrazioni dal vivo.
La presenza di quattro grandi Maison come Montblanc, IWC, Piaget e Santoni (che, per l’occasione, offrono al pubblico l’esperienza immersiva e coinvolgente del contatto diretto con i loro artigiani al lavoro), consolida il messaggio di sostegno al valore della conservazione, della collaborazione e della trasmissione: dal disegno, dall’oreficeria, all’alta orologeria, ai mestieri della calzatura, le quattro Maison si raccontano. Piaget offre al visitatore un contatto ravvicinato con l’oreficeria. Il know-how è al centro della produzione della Maison svizzera che sostiene la cultura dell’artigianato per preservare e perpetuare la competenza in tutti gli aspetti della creazione di orologi e gioielli di lusso. IWC, antica manifattura svizzera di alta orologeria conosciuta per la produzione di segnatempo che combinano ingegneria di precisione con un design esclusivo, espone una riproduzione del Perpetual Studio, presentato di recente al “Watches & Wonders” di Ginevra: un dialogo fertile tra orologeria e scienza.
Santoni, custode del valore della trasmissione attraverso la sua Academy, mette in risalto i mestieri della calzatura, come formatura e velatura, offrendo al pubblico la visione esclusiva di un banco da lavoro per le fasi della cucitura e della colorazione a mano.
Montblanc valorizza il dialogo tra il disegno, lo schizzo, la riproduzione della realtà, e il ricamo su pelle: mestieri diversi accomunati da valori comuni.
A celebrare l’eccellenza d’oltralpe sono presenti anche tredici drinking sets di J. & L. Lobmeyr di Vienna, storica protagonista della produzione vetraria austro-boema, che da cento anni supporta la collaborazione tra designer e artigiani, realizzando oggetti di estrema raffinatezza.
Homo Faber Fellowship dialoga anche con “Doppia Firma”, il progetto ideato da Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e Living – Corriere della Sera, che ha dato vita a sodalizi creativi e inconsueti tra designer europei e Maestri d’arte italiani. Sodalizi rappresentati da una selezione di oggetti creati appunto per Doppia Firma, all’insegna del dialogo. Come nel caso di alcuni vasi di Venini, firmati da grandi designer, qui esposti per celebrare l’incontro tra cultura del design ed eccellenza artigiana.
La visita del progetto espositivo nell’ex Scuola Nautica rappresenta un’esperienza coinvolgente e immersiva con uomo e gesto al centro. Si compie un viaggio attraverso la ricerca dell’unicità, della perfezione e del dettaglio che fa la differenza; mani e menti parlano la stessa lingua raggiungendo l’apice della meraviglia. Ma il viaggio porta anche a scoprire le numerose iniziative mirate a sostenere la trasmissione dei saperi e a investire su giovani motivati, sul passaggio inevitabile e prezioso di consegne tra i Maestri di oggi e di domani. Tutto ciò confluisce in un’unica esperienza creativa dal grande valore umano e ricca di opportunità straordinarie.