Il frutto della passione

di Anna Carmen Lo Calzo

fotografie di Giuliano Beduglio e Daniela Azeglio

pubblicato su Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture n. 27 settembre - 2023

Quando la bellezza di una riproduzione sublima la realtà, siamo di fronte a un’alchimia. Savoir-faire, talento, arte, magia, perfezionismo: Davide Furno racchiude l’essenza di questi elementi che si sintetizzano nella sua dimensione di Maestro ceroplasta.
Nato a Biella nel 1963, inizia a dedicarsi alla lavorazione della cera grazie a una vera e propria “illuminazione” avuta negli anni Novanta, dopo aver frequentato lo IED e aver intrapreso l’attività di grafico e illustratore. Collateralmente, ha sempre coltivato la passione per l’artigianato, per il disegno e per la tecnica della doratura a guazzo. «Al tempo giocavo, mi dilettavo a fare dorature senza alcuna pretesa», dichiara. Durante una visita alla facoltà di Agraria dell’Università di Torino nel 1996, si imbatte nella collezione di frutti in cera di Francesco Garnier Valletti, grande ceroplasta del XIX secolo, ed è amore a prima vista. «Ricordo perfettamente quel colpo di fulmine diventato una passione. Quella meravigliosa collezione di centinaia di frutti in cera, realizzati con una tecnica sconosciuta, unica al mondo, era lì, abbandonata, forse saccheggiata negli anni dagli studenti. Si presentò ai miei occhi come un dono inaspettato che mi ha letteralmente cambiato la vita».

 

I frutti in cera che escono dal laboratorio di Davide Furno sono manufatti di pura poesia. Raccontano l’amore a prima vista per un mestiere antico e raro che rivive grazie alla dedizione, alla ricerca della perfezione e agli studi minuziosi di questo indiscusso Maestro ceroplasta.

 

 

La ceroplastica è un affascinante metodo di lavorazione della cera di antica tradizione. Fiorì in tempi remoti e nei secoli divenne una pratica diffusa in tutta Europa in ambito devozionale, decorativo, iconografico, ma anche botanico e scientifico. Garnier Valletti, nella seconda metà dell’Ottocento, rappresentò l’eccellenza italiana nella produzione di modelli decorativi in cera. Lavorò presso le più importanti corti d’Europa, come quelle di Vienna e San Pietroburgo, realizzò collezioni di fiori e frutti di straordinario realismo. Oggi le sue creazioni sono conservate a Torino, presso il Museo della frutta, a lui dedicato.

 

 

«Iniziai da subito ad appassionarmi alla ricerca di formule, appunti e ricette sulla lavorazione della cera. Scoprii che quasi tutto era andato perduto. Trovai qualche istruzione subordinata ad altre forme artistiche, come le formule tradizionali del Vasari e del Cellini, ma la svolta fu quando riuscii a reperire la “misteriosa” formula del Garnier Valletti, grazie a un manualetto frammentario proveniente dalla Francia, acquistato a un’asta online. Scritto da un discepolo, uno dei pochissimi eletti che ebbero il privilegio di frequentare il corso universitario per ceroplasti voluto dall’allora Ministro dell’Agricoltura, il torinese Boselli, quel manualetto è stato il mio unico strumento didattico. Garnier Valletti, che fu gelosissimo della sua ricetta, nobilitò la cera perché seppe superare i limiti della sua scarsa durabilità. Oltre alla cera d’api, infatti, si usano resine naturali, cenere e polveri di gesso e di marmi che servono a creare i calchi, allo scopo di garantire solidità e durabilità alle creazioni».
Centinaia di ore di lavoro senza istruzioni precise sui passaggi, lunghi tempi di cottura, la ricerca delle giuste temperature e degli ingredienti sono stati necessari per arrivare a ottenere “la prima pasta credibile”. Finalmente il Maestro Furno ha trovato la sua tecnica, il suo metodo magistrale che lo ha portato a conseguire il titolo di MAM – Maestro d’Arte e Mestiere, conferitogli dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte nel 2022. «Una bella responsabilità, all’inizio mi tremavano le gambe. Sotto i riflettori cambia tutto».

 

 

Davide Furno oggi lavora con la consapevolezza di un Maestro d’arte al quale viene affidato il compito di affinare sempre di più abilità e unicità. Il sogno di trasformare la passione in professione si è avverato: da qualche mese si è trasferito nel nuovo laboratorio di Vigliano Biellese, all’interno di Villa Era, antica dimora circondata da un pregiato vigneto. «Sogno ancora, vorrei che questa professione diventasse la mia unica attività a tempo pieno. Il volano è partito, sono estremamente riconoscente e sento la responsabilità di restituire valore e qualità».

 

 

L’obiettivo del Maestro per il prossimo autunno è una sfida molto ambiziosa: l’uva. Gli acini vengono realizzati in resina Dammar, un materiale molto fragile di origine vegetale che spesso si sgretola. «Dopo il riconoscimento MAM, mi sento di accettare la sfida che sarà quella di presentare una collezione di uve con la tecnica del Garnier Valletti e i primi pezzi della riedizione della Pomona del Gallesio in ceroplastica. Conto di farlo entro l’autunno, si tratta di un progetto molto ambizioso, ma i riconoscimenti ottenuti mi danno coraggio».
Ama definirsi «più artigiano che artista» perché «l’arte ha implicazioni per me esagerate. Io replico la realtà. Potrei definirmi un illustratore botanico autodidatta con manualità artigianale».

 

 

Il Maestro Furno, autodidatta d’eccellenza, “replica la realtà” in modo poetico e raffinato, creando veri e propri capolavori di iperrealismo, frutti nati da un amore fulminante che non lo ha mia più abbandonato. Oltre a realizzare modelli e prototipi a scopo decorativo e scientifico, a lavorare per musei e università, una delle attività che lo coinvolgono maggiormente è quella della realizzazione di frutti appartenuti a persone care scomparse. In questo caso, il suo lavoro diventa ancora più nobile: sublimare un sentimento umano che non vuol essere perduto, cristallizzare un legame attraverso la virtù.
Raffinatezza, serietà, umiltà (tanta): Davide Furno è un nobile Maestro che ci regala il privilegio di poter apprezzare un’artigianalità rara, a rischio di estinzione.

Anna Carmen Lo Calzo

Anna Carmen Lo Calzo

Ex modella internazionale, musa ispiratrice di stilisti come Gianfranco Ferrè e Giorgio Armani, archiviate le sfilate e i servizi fotografici, ha trasformato in professione la passione per il mondo del lusso e del made in Italy. Giornalista pubblicista dal 2003, è scrittrice e consulente di comunicazione.

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