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Fonderia Virgadamo

Piazza Roma, 1- Burgio (AG)

Quello di Luigi Cascio Mulé è un mestiere d’arte che richiede tante competenze: il disegno, la scultura, la manualità artigiana, l’accensione dei fuochi, l’analisi matematica, l’orecchio musicale per individuare le frequenze sonore. Un mondo davvero complesso. «La nostra è l’unica fonderia di campane della Sicilia, una delle più importanti in Italia,» racconta Luigi, che ha appreso dal nonno e dallo zio i segreti di quest’arte antica. «La nostra bottega è stata fondata nel 1500 dai miei antenati Virgadamo, che l’hanno tramandata di padre in figlio fino ai nostri giorni. Quando l’ultimo erede diretto, mio zio Mario Virgadamo, è morto, ho deciso di continuare l’attività mettendo in pratica gli insegnamenti avuti frequentando questa fonderia storica.»

Oltre alla pratica in bottega, Luigi ha arricchito le sue conoscenze con gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo e con dei corsi di specializzazione all’estero sull’analisi delle frequenze sonore. «Per creare una campana,» spiega Luigi Cascio Mulé, «si parte dal disegno su carta calcolando le misure: questa parte è importantissima perché da qui dipende il suono che si vorrà ottenere. Ci sono delle tabelle che enumerano il rapporto tra le note, il peso, il diametro che vanno rispettati. Dalla carta si passa al modello in legno che viene sagomato. Come per le statue, si realizza uno scheletro, il maschio, poi il negativo o falsa campana, infine la cappa, stendendo diversi strati di argilla e annegando il filo di ferro come un’armatura metallica. Si procede con la tecnica a cera persa, dando fuoco alla parte interna: la temperatura elevata permette l’essicazione delle forme e la fuoriuscita dell’umidità.» Continua Luigi: «Per versare il bronzo fuso negli stampi, si creano i canali di scolo con mattoni e argilla. I tempi di attesa di solidificazione variano da due a tre giorni a seconda della grandezza e dello spessore della campana. Una volta realizzata, per controllare la frequenza della nota musicale ci avvaliamo di un programma a computer messo a punto da uno scienziato americano. A volte si deve affinare l’accordatura, limando internamente il bronzo fino a raggiungere il suono voluto.»

Anche la parte esterna della campana richiede molta abilità e competenza per le decorazioni. «Noi apriamo la fonderia anche alle scolaresche: il nostro laboratorio diventa così centro di studi per le università e per le tesi degli studenti.» Conclude Luigi: «Il mio sogno è quello di realizzare un museo dove esporre il materiale di famiglia che racconti tanti secoli di attività: possiedo circa 70 campane antiche che vorrei mettere in mostra, insieme agli strumenti più significativi. Ho già trovato uno stabile: ora lo sto restaurando e spero di dare vita presto al mio progetto.»

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